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Dal punto di vista strategico, la diminuzione del traffico nel Canale di Suez, se prolungata, comprometterà seriamente la capacità dell'Italia (e, seppur in modo diverso, dell'Unione Europea) di rafforzare i legami con i "vincitori del futuro" come l'India e il Vietnam, hub manifatturieri alternativi alla Cina ma anche nuovi mercati di espansione, che beneficiano di situazioni geopolitiche relativamente stabili e di una popolazione giovane, dinamica e in crescita. La Confederazione apprezza, pertanto, "l'istituzione di task force dedicate all'emergenza del Mar Rosso, che dovrebbero essere estese, date le vaste ripercussioni, a tutte le rappresentanze economiche e sociali del Paese, ma allo stesso tempo sottolinea la necessità di affrontare le esigenze logistiche ogni giorno, prestando dovuta attenzione agli impatti che gli shock esterni o le politiche interne, come quelle per la transizione ecologica, hanno sul fragile equilibrio dei flussi logistici, che influenzano notevolmente la competitività delle imprese e il benessere dei cittadini". Per affrontare con maggiore efficacia questa nuova crisi logistica, è necessario intervenire simultaneamente su più fronti:
- sospendere immediatamente il sistema di negoziazione delle emissioni (ETS) per il traffico destinato ai porti di transhipment europei e promuovere una riduzione delle tasse e dei diritti marittimi;
- assicurare la sicurezza e la permeabilità della barriera alpina, con deroghe ai divieti di circolazione per i mezzi pesanti per ridurre il tempo di transito. Per le imprese italiane, infatti, l'integrazione efficace con i mercati europei è una condizione preliminare per partecipare attivamente ai flussi commerciali globali;
- rafforzare i servizi ferroviari intermodali che si collegano ai mercati europei e internazionali;
- promuovere servizi di navigazione marittima a corto raggio con la sponda sud del Mediterraneo, attraverso l'intermodalità garantita da semirimorchi e navi Ro-Ro;
- promuovere attività di logistica avanzata e lavorazione iniziale delle merci nelle zone franche portuali, per una maggiore fedeltà dei flussi commerciali;
- sostenere le imprese terminalistiche colpite dalla riduzione del traffico dovuta all'emergenza, attraverso misure temporanee per ridurre le tariffe di concessione portuale;
- fornire forme di protezione contrattuale o, più facilmente, coperture assicurative ad hoc, eventualmente con l'intervento di SACE, per le imprese costrette a pagare penali ai propri clienti a causa dell'assenza o del ritardo nell'arrivo delle merci importate attraverso il Canale di Suez, specialmente per le piccole imprese, le più deboli nella relazione contrattuale/fornitura con i loro clienti (spesso multinazionali);
- rafforzare le relazioni diplomatico-commerciali con India e Vietnam per ridurre, per quanto possibile, le previsioni negative dovute all'aumentata incertezza sui flussi che attraversano il Mar Rosso;
- rafforzare le attività di nearshoring e friendshoring del nostro sistema economico, facilitando, come già avviene per le forniture di gas, importazioni meno soggette a crisi internazionali. In questo senso, ad esempio, il Piano Mattei va nella giusta direzione e può coinvolgere molte categorie merceologiche.